AGOSTINO BERTANI
Medico garibaldino
Agostino Bertani, medico e politico milanese, racconta in un suo libro che il Conte di Cavour, interpellato sulla sorte dei valorosi patrioti che prendevano parte alla “spedizione dei Mille”, rispose sorridendo e fregandosi le mani, come usava fare quando era soddisfatto: “Io non penso che li prenderanno”.
Cavour fu profeta: più di mille volontari, ai quali si unirono i ribelli della grande isola siciliana (picciotti), guidati dal generale Giuseppe Garibaldi, travolsero la resistenza aspra e dura delle truppe borboniche e delle forze reazionarie fedeli al giovane re Francesco II (Franceschiello).
Mentre i Mille garibaldini combattevano in Sicilia, Agostino Bertani, singolare figura della storia del nostro Risorgimento, non stava con le mani in mano. Garibaldi, prima di partire da Quarto, l’aveva pregato di raccogliere mezzi ed uomini per aiutare l’impresa, tenendola sempre viva nello spirito degli italiani.
Il dinamico Bertani era stato con Crispi ed altri patrioti siciliani, uno degli organizzatori più attivi della spedizione, e si era prodigato per trovare i bastimenti necessari alla partenza dei Mille da Quarto. Sia a Villa Spinola, a Quarto, sia in casa Bertani, a Genova, si era complottato per ottenere dalla Società Rubattino le due famose navi, il Lombardo e il Piemonte, per trasportare i garibaldini in Sicilia. Così il 5 maggio 1860 avvenne da Quarto la storica partenza.
Agostino Bertani, nato a Milano il 19 ottobre 1812 visse sin dall’infanzia in un ambiente antiaustriaco: sua madre era una protettrice dei patrioti perseguitati. Egli studiò medicina, viaggiò in Germania e in Francia, divenne un grande chirurgo, ma ebbe una vocazione quasi mistica verso una missione suprema: quella di lenire le miserie del popolo italiano.
Nel momento in cui fiorivano dappertutto giornali politici, fonda la “Gazzetta medica”, che caratterizza la sua impronta spirituale. Mentre detta i suoi scritti e ovunque si discute di costituzione e di libertà, il popolo milanese prepara la rivoluzione liberatrice.
Il 18 marzo 1848 le campane a martello di tutte le chiese di Milano danno il segnale della insurrezione popolare. Crepita la fucileria e tuona il cannone. Scoppia la rivolta: siamo alle Cinque Giornate. Bertani ha un immenso campo d’azione. Alle spalle dei rivoltosi, in cima alle barricate, sulla linea del fuoco, egli organizza l’assistenza medica e chirurgica. E’ un apostolo della medicina. Successivamente fonda un ospedale. Ma ritornano, purtroppo, gli austriaci e il valoroso medico deve rifugiarsi in Piemonte e a Genova continuando a lavorare infaticabilmente per la causa italiana.
Nel 1849, durante la difesa della Repubblica Romana mentre le truppe francesi del generale Oudinot cingono d’assedio la città di Roma, Agostino Bertani, è al fianco di Giuseppe Garibaldi, Giuseppe Mazzini, Nino Bixio, Luciano Manara, Emilio Morosini, Goffredo Mameli e tanti altri eroi. Nelle Cinque Giornate di Milano il suo lavoro era confortato dalla certezza della vittoria, a Roma, invece, è amareggiato dalla certezza della fine eroica della resistenza romana, oltre che dalla morte dei migliori combattenti. E mentre la giovane e gloriosa Repubblica Romana sta per cedere di fronte alle soverchianti forze straniere, Bertani raccoglie e ricompone con viva commozione i corpi straziati di Luciano Manara e di Enrico Dandolo, per riportarli alle famiglie.
Quando Roma venne occupata dai francesi del generale Oudinot, Bertani volle rimanere in città, ma gli fu proibito di curare i feriti. Egli allora compie un lavoro da certosino: insieme con le famiglie dei caduti compila un elenco di tremila nomi, fra morti e feriti, benemeriti della causa nazionale, raccogliendo innumerevoli testimonianze, indagando presso amici e nemici, concatenando fatti ed episodi più disparati. Un prezioso ed umanissimo lavoro rimasto nella storia. Dopo questa dolorosa esperienza, Bertani si stabilisce a Genova e pratica la professione medica.
Scoppiata la seconda guerra d’indipendenza (1859), eccolo di nuovo con Garibaldi che, alla testa dei suoi Cacciatori delle Alpi, è pronto per dare battaglia agli oppressori. Bertani diviene Sovrintendente del Servizio di Sanità ed appena inizia la marcia dei volontari verso il nemico, il valoroso medico è costantemente in prima fila. E’ sempre pronto a curare, operare, confortare i feriti e spesso viene trovato vicino al capezzale di qualche giovane volontario moribondo.
Dopo l’armistizio di Villafranca, Bertani volle seguire Garibaldi in Toscana, ma le vicende politiche sconvolsero i piani garibaldini, perciò egli dovette ritornare al suo lavoro.
Dal 1859 al 1860 la sua azione politica fu dedicata a preparare e rendere possibile l’impresa dei Mille.
Resa operativa la spedizione da Quarto, benché malato, Bertani si rivelò subito il collaboratore più fedele e prezioso dell’eroe di Nizza, tanto che Garibaldi, prima di partire per la Sicilia, lo nominò suo rappresentante per l’Italia dandogli pieni poteri. Mentre i volontari garibaldini, sbarcati in Sicilia, passavano di successo in successo, Bertani, dal suo studio di Genova, trasformato ormai in una specie di ministero, assicurava gli alimenti e i materiali necessari per la vittoria: denari, armi, vestiari, munizioni, viveri, medicinali, navi, nuove colonne di volontari.
Liberata tutta l’isola dalle truppe borboniche, Bertani allestì, secondo le istruzioni di Garibaldi e nonostante l’opposizione di Cavour, una spedizione ancora più forte per liberare gli Stati Pontifici. Questa spedizione servì invece a Garibaldi per dare il colpo di grazia al regime borbonico.
Il Generale ormai vittorioso, il 5 settembre 1860, nomina Agostino Bertani Segretario Generale della Dittatura ed al suo fianco, in una carrozza scoperta, il medico patriota entra nella città di Napoli liberata. Più tardi Bertani cerca di schiarire i rapporti tra Garibaldi e Cavour.
Giunti alla guerra del 1866, che mirava a liberare Venezia dagli austriaci con l’aiuto della Prussia, Bertani, sempre al fianco di Garibaldi, organizza il servizio medico e di ambulanze dei volontari. E sempre con Garibaldi, il medico milanese si trova nella gloriosa, anche se sfortunata, battaglia di Mentana.
Dopo il 1870, Bertani proseguì la sua battaglia per la elevazione sociale del Paese.
Deputato della sinistra dal 1860, promosse l’inchiesta agraria Jacini e nel 1878 fu l’ispiratore del Partito Radicale.
Volle sempre il bene della Patria e degli italiani e si prodigò con tutte le sue forze per favorire la giustizia sociale del popolo italiano.
Raccolse l’ultimo respiro di Giuseppe Mazzini, dopo averlo amorosamente curato negli ultimi anni della sua vita.
Il medico garibaldino si spense a Roma il 30 maggio 1886.
Lucio Causo
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