Guglielmo Marconi 1901 wireless signal, From Wikipedia the free encyclopedia
GUGLIELMO MARCONI E LA MARINA ITALIANA
Guglielmo Marconi, premio Nobel per la fisica nell’anno 1909, morì improvvisamente il 20 luglio 1937 nella sua abitazione romana di Via Condotti. L’Italia, il giorno dopo, rese omaggio alla salma del grande scomparso nella Basilica di Santa Maria degli Angeli. Le stazioni radio di tutto il mondo tacquero per due minuti. Calò nuovamente quel gelido silenzio che Marconi aveva rotto agli inizi del XX secolo. Fu l’ultimo tributo alla memoria del padre della radio.
Fra le tante vicende della vita dello scienziato merita una particolare annotazione la straordinaria intesa che intercorse tra Marconi e l’Amministrazione della Marina militare italiana a scopo scientifico. La grande simbiosi era appena agli inizi quando Marconi, grazie alla brillante intuizione del Ministro della Marina, Benedetto Brin, poté ripetere, a bordo della Regia Nave “San Martino”, le esperienze sul “telegrafo senza fili”, iniziate a Londra nel 1896. Marconi fece seguire altri esperimenti per conto della Marina, iniziando così una stretta collaborazione con i tecnici della stessa. Le sue idee innovatrici, non appoggiate dal governo italiano, segnarono l’inizio di una radicale trasformazione nei mezzi di comunicazione della Marina ed ebbero in futuro importanti riflessi nel campo delle telecomunicazioni.
I nuovi apparati di Marconi erano appena conosciuti dagli studiosi del tempo, quando sulla “Rivista Marittima” del giugno 1897 Rodolfo Ponchain, Reggente della Sezione materiale elettrico del Ministero della Marina, espose “ i primi principi teoretici” su cui si basava il nuovo sistema di trasmissione e ricezione dei messaggi. In quello stesso periodo venne allestito a La Spezia, presso il 1° Dipartimento Marittimo, un laboratorio scientifico di ricerche, dove furono migliorate le apparecchiature di trasmissione e di ricezione telegrafica. Marconi dette ufficialmente inizio ai suoi esperimenti. Nei giorni dal 10 al 13 luglio 1897, presso il laboratorio elettrico di S. Bartolomeo, nel golfo di La Spezia, alla presenza di ingegneri elettrici e di ufficiali della Marina, egli svolse alcune importanti prove di comunicazione a terra, controllate da una Commissione Ministeriale. Il 14 luglio volle tentare per la prima volta la ricezione su di un natante, costituito dal rimorchiatore della Marina n. 8, il cui albero era stato appositamente prolungato, in modo da innalzare fino a 16 metri sul livello del mare un’antenna in filo ricoperto, munita di una piastra terminale, posta all’estremità di una lunga pennola, incrociata obliquamente sull’albero. La presa di terra era costituita da una piastra di rame immersa in mare e portata a rimorchio. Il primo giorno la ricezione fu chiara fino a 4000 metri.
Nel secondo giorno (15 luglio), avendo portato l’antenna del rimorchiatore fino a 30 metri sul livello del mare, i segnali Morse furono ricevuti ben distinti fino alla distanza di 5500 metri. Tuttavia, numerosi ostacoli impedivano le trasmissioni a lunga distanza : i temporali estivi, le alte montagne, le scariche elettriche dell’atmosfera, la luce solare e la stessa rotondità della terra. Però Marconi non si lasciò scoraggiare e il 17 e 18 luglio successivi volle ripetere l’esperimento, questa volta a bordo della corazzata “San Martino”. Per l’occasione fu impiegata un’antenna monofilare, prima di 18 e poi di 28 metri d’altezza, sospesa con isolatore a pennola in testa all’albero. La ricezione dei messaggi fu regolare fino a 16.300 metri e saltuaria fino a 18.000 metri. Il telegrafo senza fili di Marconi aveva avuto il suo battesimo nel mare del golfo di La Spezia. La Marina, considerata l’importanza di quelle esperienze per il predominio dei mari, decise di stringere un vero e proprio patto di mutua collaborazione con il geniale inventore bolognese. Le prove continuarono nel Laboratorio di S. Bartolomeo a La Spezia impiegando anche il rimorchiatore n.24, oltre al n.8. Furono munite di impianti rt. anche le corazzate “Lepanto” e “Sardegna” e nel 1898 venne allestita la prima stazione radiosemaforica nell’isola della Palmaria, nel mar Ligure. Nel 1899 furono installati analoghi impianti trasmittenti e riceventi nell’isola di Gorgona, nel Tirreno, e presso l’Accademia Navale di Livorno. La sera del 12 dicembre 1901, mentre infuriava la tempesta, Marconi riuscì ad effettuare un collegamento radiotelegrafico attraverso l’Oceano Atlantico, tra le stazioni di Poldhu, in Cornovaglia (Inghilterra), e di San Giovanni di Terranova (Canada). Quando udì nel suo ricevitore a cuffia, mentre si trovava su un’altura (Signal Hill), a Terranova, i deboli ticchettii della “S” trasmessi dall’Inghilterra, Marconi disse : “Ora voglio vedere chi può affermare che le onde elettriche sono arrestate dalla curvatura della Terra”.
Fu un grande successo. L’Oceano Atlantico era stato superato da un’onda invisibile che aveva trasportato i tre punti della lettera “S” - nell’alfabeto Morse - dalle coste dell’Inghilterra fino ad un esile filo di rame tenuto sospeso da un cervo volante nel cielo dell’America. Si gridò al miracolo, ma c’era ancora tanto da lavorare. Nel 1902 la Marina italiana mise a disposizione di Marconi l’incrociatore “Carlo Alberto” per effettuare tutti gli esperimenti necessari per il perfezionamento del suo sistema di rt. Per un anno intero Marconi lavorò a bordo dell’incrociatore compiendo nuovi esperimenti su tutti i mari d’Europa. Mise in funzione anche il suo nuovo ricevitore magnetico, assistito sempre dal Tenente di Vascello Luigi Silori, che in seguito diventerà il suo più stretto collaboratore. Con l’incrociatore “Carlo Alberto”, Marconi navigò verso la Russia, dove venne presentato allo Zar. Da qui inviò segnali alle diverse stazioni già installate e, al ritorno da Pietroburgo, durante la traversata del Mediterraneo, ricevette i segnali trasmessi dalla stazione di Poldhu (Inghilterra). Anche l’ostacolo delle montagne d’Europa era stato così superato. Ormai la radiotelegrafia era conosciuta e sfruttata in tutto il mondo. Nel 1903, a Cape Cod (Boston), nacque la prima stazione radio a grande potenza degli Stati Uniti e il Presidente Roosevelt inviò un messaggio di saluto al re d’Inghilterra Edoardo VII.
Nel 1904, John Fleming, inventò la valvola termoionica e nel 1906 Lee De Forest la perfezionò creando il triodo. Marconi intuì subito che l’avvenire della telegrafia senza fili era legato a questa nuova scoperta e si applicò a fondo per studiare ed esperimentare i nuovi sistemi di trasmissione. Alla fine stabilì che con la valvola termoionica la telegrafia senza fili non trasmetteva più la scrittura, ma la voce. Nacque così la radio, le cui onde sonore invasero tutto il mondo. Nel 1910 i passeggeri di un piroscafo che viaggiava nell’Atlantico ascoltarono la voce di Enrico Caruso : stava cantando in un teatro di New York. Qualche anno dopo, nel 1916, Marconi ebbe un’altra grande intuizione mentre organizzava i servizi radiotelegrafici dell’esercito italiano. Riprese a studiare le onde corte e dieci anni dopo fu in grado di creare i servizi pubblici radiotelegrafici tra continente e continente. Il giorno prima di morire Marconi aveva esaminato con Luigi Silori i risultati di alcuni esperimenti compiuti con le microonde. Fu l’ultimo colloquio che ebbe col suo più fidato collaboratore, che tanti anni prima la Marina italiana aveva messo al suo fianco.
LUCIO CAUSO
Pubblicato su “L’Uomo e il Mare” n. 51/2000 Anno XV pag. 41