SUGGESTIONI LETTERARIE E LEZIONI SCIENTIFICHE
(Jurica Pavicic e Alberto Notarbartolo)
Anche venerdì 6 settembre il Festival della Letteratura di Mantova é stata proposta una serie notevole di appuntamenti, tutti oltremodo interessanti su temi che hanno messo a confronto giornalisti, scrittori, filosofi e scienziati tra i più' famosi del panorama culturale mondiale. La giornata inizia con Jurica Pavicic e Alberto Notarbartolo e la loro lettura dei quotidiani. Presso lo spazio del Cortile dell'Archivio di Stato, il giornalista, scrittore e sceneggiatore napoletano Diego de Silva ha incontrato lo scrittore e storico nigeriano naturalizzato statunitense Teju Cole, per parlare della sua esperienza attraverso una vita vissuta tra America e Nigeria, come il titolo dell'incontro “Le mie città” ha dato già indicazione. Nato in USA da genitori nigeriani, Teju Cole é vissuto in Nigeria fino all'età di 17 anni, quando é tornato negli Stati Uniti. Autore di due romanzi: “Every day is for the thief”, pubblicato in Nigeria ed inedito in Italia e “Città aperta” pubblicato nel 2013 da Einaudi, di cui si é parlato in questa sede. Come nella maggior parte delle opere letterarie, anche questa riveste carattere autobiografico, soprattutto negli spostamenti del protagonista tra continenti, Africa e America, con la conseguente difficoltà d'integrazione, che questi sembra risolvere, almeno in parte, con una viva curiosità che lo porta a spendere molto del suo tempo in giro per le vie di Manhattan, perso certamente nella nostalgia per il paese che ha lasciato, ma intenzionato a conoscere la realtà in cui é approdato. Per capire meglio la realtà sociale e culturale di una città lontana come Singapore “Dickens a Singapore” nel Portico del Cortile d'Onore del Palazzo Ducale, ha offerto l'esperienza dello scrittore, poeta e drammaturgo e libraio di origine cantonese Yeng Pway Ngon, che dagli anni Ottanta ad oggi ha pubblicato ben 25 opere di narrativa, poesia e saggistica. L'incontro a Palazzo Ducale, condotto dalla narratrice e drammaturga Elisabetta Bucciarelli, ha visto il contributo del National Arts Council Singapore ed ha portato all'attenzione del pubblico il romanzo “L'Atelier” pubblicato nel 2013. Qui, l'autore é riuscito a trascrivere il clima di una città enorme e multietnica come Singapore, fatta di un'umanità variegata e pulsante di vita costituita da milioni di persone di lingue ed etnie diverse. Mentre nella Sagrestia della Chiesa di San Barnaba con “Racconti di zuppe” i rappresentanti del Parco Archeologico del Forcello, ubicato all'interno del bacino del Mincio e il maestro di cucina della scuola 'LeTamerici' di Bagnolo San Vito, Gianfranco Allari, intrattenevano con una chiacchierata sulla cucina attuale in relazione a quella di epoche passate ed al termine offrivano al giudizio dei presenti una zuppa di cereali e legumi, lo scrittore olandese Tommy Wieringa, introdotto e stimolato al dialogo dal giornalista Francesco Abate, presso il Conservatorio di Musica Lucio Campiani incatena l'attenzione dei presenti con notevole capacità intellettuale ed umorismo, parlando della sua giovinezza passata nelle Antille Olandesi. Il “Sacro Graal del romanzo totale” consiste in quella tensione a trovare la chiave per raggiungere la “perfezione del romanzo” al quale solo pochissimi autori si sono avvicinati. Tra questi, il quotidiano francese “Le Figaro” ha posto anche Wieringa.
(Tommy Wieringa)
Palazzo San Sebastiano ha ospitato l'incontro on Piercamillo Davigo dal titolo “Il contrasto alla corruzione nella crisi della giustizia” il magistrato della Procura di Milano nel pool dell'inchiesta su Tangentopoli che, riportando alcune riflessioni inserite nei suoi saggi politici “La corruzione in Italia” e “La giubba del re. Intervista sulla corruzione” gli hanno permesso di descrivere la crisi che gli organi della giustizia stanno vivendo. Chi era interessato ai temi politici e a ciò che gravita intorno ad essi, ha potuto trovare anche nell'incontro con Luciano Canfora “Il linguaggio della politica” organizzato sempre presso Palazzo San Sebastiano, motivo di ulteriore stimolo all'approfondimento. Filologo classico, storico e saggista, Canfora ha ha condotto una vera e propria lezione sull'approccio multidisciplinare per porre in evidenza le dinamiche della comunicazione politica che già interessavano la cultura greca e quella romana di Tucidide e Sallustio, fino a Macchiavelli e Montesquieu ed ancora oggi ne supportano le regole. Mentre Reinhold Messner in Piazza Castello ripercorreva le tappe della sua vita avventurosa di scalatore e spiegava le esperienze che l'hanno visto attraversare in solitaria l’Antartide, la Groenlandia, il Tibet e i deserti del Gobi e di Taklamakan, avventure inerite nella sua biografia da poco redatta, Carlo Zucchini presso la Biblioteca Teresiana tracciava il cammino di Giorgio Morandi, uno dei protagonisti della pittura italiana del Novecento, considerato tra i maggiori incisori a livello mondiale. “Un animale che racconta storie” é il titolo dell'incontro con il saggista statunitense Jonathan Gottschall, che nei suoi scritti affronta principalmente il tema dei rapporti tra letteratura ed evoluzionismo. “Siamo immersi in un mondo di storie” esordisce Gottschall “dalle storie della nostra vita a quelle di chi conosciamo ed anche da chi non conosciamo, storie trasmesse dai mass media con soap opere e ricostruite dai video games che ci appassionano tanto, senza tralasciare i sogni, attraverso i quali il nostro inconscio le elabora continuamente”. Da queste premesse Gottschall é passato ad un'esposizione più scientifica del fatto che l'animo umano é sempre più alla ricerca di queste narrazioni, attraverso le quali sperimenta e impara di volta in volta, attraverso l'immaginazione, come affrontare la realtà. Si tratta, ha precisato, della sperimentazione virtuale di come affrontare la vita e di come trarsi d'impaccio nelle varie situazioni che si presentano, elaborazione del peniero che si sviluppa fin da bambini. A livello cerebrale, poi, siamo attratti e catalizzati da fiction, games e romanzi che si concludono con la vittoria del bene sul male. Ed a livello biologico, l'ormone dell'ossitocina, che porta alla tranquillità mentale e alla soddisfazione, contrariamente all'acetilcolina che aumenta l'aggressività, si scatena quando ci troviamo di fronte a storie a “fin di bene”, con una componente morale di base. Il cervello recepisce e diviene terreno fertile per scrittori e produttori che conoscono bene il meccanismo. Tutto questo non é nuovo, se si vuol ricordare la “catarsi” spirituale che, a partire da Platone ed Aristotele, fino al più recente Freud, si riferisce alla purificazione dell'anima divenendo, attraverso la rappresentazione, il mezzo per comprendere gli aspetti più profondi dell'anima.
(Luciano Canfora a Palazzo San Sebastiano) Foto di Adotta una libraia
NoViolet Bulawayo é una giovane scrittrice proveniente dalla Zimbabwe e balzata all'attenzione della critica inglese con il volume “Abbiamo bisogno di nomi”. Presso il Portico del cortile d'Onore di Palazzo Ducale, Bianca Pitzorno ha tracciato un'idea di lettura della storia che coinvolge una ragazzina che, lasciato il proprio paese per emigrare in Inghilterra dove, come ha confermato la stesa autrice, troverà non poche difficoltà, soprattutto con la lingua. Quella della lingua é una questione che interessa molto la scrittrice che, seppur nello Zimbabwe parlasse costantemente questa lingua a scuola, una volta giunta nel paese anglosassone ha trovato quanto fosse diversa da quella che avrebbe dovuto usare per farsi comprendere. Un'altra particolarità sono i nomi che NoViolet usa per tutti i protagonisti della storia, risonanze famigliari della sua infanzia e dei compagni di gioco. Concludendo, NoVioket é rimasta molto legata alla sua terra d'origine e questo libro vuole esserne omaggio, come gli orecchini a forma di Africa che porta all'incontro. Da menzionare la traduttrice Marina Strologo, che ha tradotto in italiano il romanzo della scrittrice e che ha dimostrato anche in questo incontro il suo collaudato valore. Dopo l'evento appena menzionato, in Piazza Castello Stefano Benni ha incontrato il suoi fans con l'evento dal titolo “Se qualcuno mi chiede ancora a cosa serve la letteratura lo ammazzo” in cui ha dimostrato, come suo solito, la capacità di fondere cultura ed ironia. Hanno concluso questa giornata ricchissima di appuntamenti, oltre a quello che ha portato a Mantova Francesco De Gregori, occasione per la presentazione della sua autobiografia fotografica dal titolo, come una canzone del suo ultimo CD, “Guarda che non sono io”, due incontri che ci piace ricordare, “Letteratura verde e oro” con la scrittrice brasiliana Adriana Lisboa, accompagnata nell'avventura di presentarsi al Festival dall'ironia e dalla capacità comunicativa di Lella Costa e “Dormono sulla collina” performance teatrale andata in scena presso il Conservatorio di musica Campiani, reading dal libro di Giacomo di Girolamo. L'autore, siciliano, scrive per alcuni quotidiani nazionali e si occupa principalmente di mafia seguendo, come lui ha precisato, i processi di mafia a Catania. Dal volume “Dormono sulla collina”, ultima sua fatica, é stata tratta questa proposta teatrale, con la regia di Vincenzo Zampa e gli attori Elena Arcuri, Alessandro Lussiana, Silvia Pernarella, Bianca Pugno Vanoni e lo stesso Zampa, mentre Di Girolamo é intervenuto per spiegare le motivazione di questo corposo lavoro, che lo ha impegnato per più di due anni, riportando puntualmente i fatti e le date dei più tragici e, purtroppo non risolti, attentati avvenuti in Italia dal 1969, anno della strage di Piazza Fontana. Veramente notevoli gli attori, che hanno saputo creare un'atmosfera di grande tensione fino alla commozione, dando voce a tutte le parti in causa, comprese le bombe che hanno rattristato la Repubblica fino ai giorni nostri. Luisastella Bergomi