Simboli di Stato della Repubblica Italiana
La bandiera della Repubblica Italiana
La bandiera italiana nasce a Reggio Emilia il 7 gennaio 1797, quando il Parlamento della Repubblica Cispadana, su proposta del deputato Giuseppe Compagnoni, decreta l'utilizzo a valenza universale dello stendardo tricolore cisalpino (bianco, verde e rosso, ispirato ai colori rivoluzionari e napoleonici, ma, radicato da secoli in molti governi locali del Nord). Di li a non molto Napoleone completò la conquista della Penisola e le tante repubbliche giacobine che si lasciò alle spalle benché in buona parte spazzate via dalla momentanea Restaurazione austriaca, diedero l'impulso decisivo alla “comprensione” della bandiera, avvertita non più come segno dinastico o militare, ma come simbolo del popolo, delle libertà conquistate e, dunque, della nazione stessa. E, così, soffocato dal Congresso di Vienna, il Tricolore tornò a sventolare nei moti del 1831 e in tutte le sollevazioni popolari prerisorgimentali, fino a diventare, dopo il 1848, un simbolo inequivocabile di riscossa nazionale, fatto proprio nella prima guerra d'indipendenza, addirittura da Carlo Alberto di Savoia (sia pur in abbinata allo stemma sabaudo) e rimasto in vita per decenni, tanto da salutare, con i propri colori, la proclamazione del Regno d'Italia, il 14 marzo 1861. Al 1925 risale la definizione legislativa dei modelli della bandiera nazionale e di quella di Stato (quest'ultima da usarsi nelle residenze dei sovrani, nelle sedi parlamentari, negli uffici e nelle rappresentanze diplomatiche, aggiungendo allo stemma, la corona reale). Infine, dopo la nascita della Repubblica, un decreto legislativo presidenziale del 19 giugno 1946 stabilì la foggia provvisoria della nuova bandiera, confermata dall'Assemblea Costituente nella seduta del 24 marzo 1947 e inserita all'articolo 12 della nostra Carta Costituzionale, che recita.: "La bandiera della repubblica è il tricolore italiano: verde, bianco e rosso, a bande verticali e di eguali dimensioni". L'emblema della Repubblica Italiana Il 5 maggio 1948 l'Italia repubblicana ha il suo emblema. L'emblema della Repubblica Italiana è caratterizzato da tre elementi: la stella, la ruota dentata, i rami di ulivo e di quercia. La stella è uno degli oggetti più antichi del nostro patrimonio iconografico ed è sempre stata associata alla personificazione dell'Italia, sul cui capo essa splende raggiante. La stella caratterizzò, poi, la prima onorificenza repubblicana della ricostruzione, la Stella della Solidarietà Italiana e ancora oggi indica l'appartenenza alle Forze Armate del nostro Paese. La ruota dentata d'acciaio, simbolo dell'attività lavorativa, traduce il primo articolo della Carta Costituzionale: "L'Italia è una Repubblica democratica fondata sul lavoro". Il ramo di ulivo simboleggia la volontà di pace della nazione, sia nel senso della concordia interna che della fratellanza internazionale; la quercia incarna la forza e la dignità del popolo italiano. Entrambi, poi, sono espressione delle specie più tipiche del nostro patrimonio arboreo. l'inno nazionale della Repubblica Italiana Fratelli d'Italia L’Inno nazionale fu scritto nell’autunno del 1847 a Genova da Goffredo Mameli e musicato poco dopo a Torino da un altro figlio della Lanterna, il musicista Michele Novaro. Il Canto degli Italiani (questo il titolo originale) nacque, quindi, alla vigilia della guerra all’Austria. L'immediatezza dei versi e l'impeto della melodia ne fecero il più amato canto dell'unificazione, non solo durante la stagione risorgimentale, ma anche nei decenni successivi. Il 12 ottobre 1946 l'Inno di Mameli diventa l'inno nazionale della Repubblica Italiana. Fratelli d'Italia L'Italia s'è desta, dell'elmo di Scipio S'è cinta la testa. Dov'è la Vittoria? Le porga la chioma, Ché schiava di Roma Iddio la creò. Stringiamci a coorte Siam pronti alla morte L'Italia chiamò. Noi siamo da secoli Calpesti, derisi, Perché non siam popolo, Perché siam divisi. Raccolgaci un'unica Bandiera, una speme: Di fonderci insieme Già l'ora suonò. Stringiamci a coorte Siam pronti alla morte L'Italia chiamò. Uniamoci, amiamoci, l'Unione, e l'amore Rivelano ai Popoli Le vie del Signore; Giuriamo far libero Il suolo natìo: Uniti per Dio Chi vincer ci può? Stringiamci a coorte Siam pronti alla morte L'Italia chiamò. Dall'Alpi a Sicilia Dovunque è Legnano, Ogn'uom di Ferruccio Ha il core, ha la mano, I bimbi d'Italia Si chiaman Balilla, Il suon d'ogni squilla I Vespri suonò. Stringiamci a coorte Siam pronti alla morte L'Italia chiamò. Son giunchi che piegano Le spade vendute: Già l'Aquila d'Austria Le penne ha perdute. Il sangue d'Italia, Il sangue Polacco, Bevé, col cosacco, Ma il cor le bruciò. Stringiamci a coorte Siam pronti alla morte L'Italia chiamò Traduzione in inglese: Italian brothers, Italy has arisen, With Scipio's helmet binding her head. Where is Victory? Let her bow down, For God has made her The slave of Rome. Let us gather in legions, Ready to die! Italy has called! We for centuries Have been downtrodden and derided, Because we are not a people, Because we are divided. Let one flag, one hope Bring us together; The hour has struck For us to join forces. Let us gather in legions, Ready to die! Italy has called! Let us unite and love one another; For union and love Reveal to peoples The way of the Lord Let us swear to free Our native soil; If we are united under God, Who can conquer us? Let us gather in legions, Ready to die! Italy has called! From the Alps to Sicily, Everywhere it is Legnano; Every man has the heart and hand of Ferruccio. The children of Italy Are all called Balilla; Every trumpet blast Sounds the (Sicilian) Vespers. Let us gather in legions, Ready to die! Italy has called! Mercenary swords Are feeble reeds, And the Austrian eagle Has lost his plumes. This eagle that drunk the blood of Italy and Poland, togheter with the Cossack, But this has burned his gut. Let us gather in legions, Ready to die! Italy has called!
L'emblema della Repubblica Italiana
Kazakhstan
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